“La previdenza e il valore della garanzia ai tempi del COVID-19” è il titolo del webinar organizzato da Ania sul tema della previdenza complementare e sull’importanza di costruirsi una pensione integrativa nell’era del COVID-19.
Tantissimi i temi trattati e gli spunti di riflessione emersi, grazie alla presenza di ospiti di assoluto rilievo del panorama italiano, come il Sottosegretario all’Economia Pierpaolo Beretta, il Presidente Mefop Mauro Marè e il Presidente Covip Mario Padula che hanno dato vita ad una tavola rotonda completata dal Consigliere Ivass Riccardo Cesari e moderata da Riccardo Sabbatini.
L’incontro è stato utile anche per presentare i risultati della ricerca europea condotta da Insurance Europe (federazione degli assicuratori continentali) che, con il supporto di Ania, ha provato ad inquadrare le scelte e preferenze dei cittadini europei quando si parla di pensione integrativa (campione di circa 10.000 persone).
Proviamo a sintetizzare di seguito i temi di maggiore interesse:
- È stato in primo luogo evidenziato dalla Presidentessa Ania Maria Bianca Farina come ad oggi siano ancora pochi gli iscritti ad una forma di previdenza complementare; inoltre molti degli iscritti spesso e volentieri sospendono il proprio piano dei versamenti perché impossibilitati al pagamento. È stato inoltre evidenziato come il contributo annuo medio di versamento sia pari ad € 2.800, dunque ben al di sotto dei 5.164,57€ annui deducibili.
- Fiscalità: si è sottolineato più volte come la scelta di aderire ad una forma di previdenza complementare non rappresenti una sorta di investimento speculativo da parte dell’aderente (del resto non si tratta di “prodotti d’investimento assicurativo” IBIP), ma un “investimento” di lungo periodo; pertanto ai fini di una maggiore coerenza sono auspicabili delle riforme dal punto di vista fiscale.
- PEEP: ci sono ancora dei punti aperti da smarcare, la data di entrata in vigore dovrebbe essere quella del 1° trimestre del 2022.
Evidenziamo di seguito i risultati della survey.
Chi risparmia in Italia? E chi è che non risparmia?
Il 53% degli italiani non risparmia abbastanza per costruirsi una pensione integrativa con cui affrontare meglio la vecchiaia. Di questi:
- il 42% perché non può permetterselo;
- il 28% perché non interessato;
- il 20% lo farà in futuro;
- il restante 10% ha riposto “non so”.
Fra i primi, lo sono più della media gli inoccupati (51%, il 52% in Italia), i dipendenti part-time (48%, il 39% in Italia) e le persone con bassa istruzione (45%, il 48% in Italia).
Fra i “disinteressati” lo sono più della media del 28% gli ultra 50-enni (37%, 41% in Italia) e i dipendenti pubblici (34%, stessa percentuale in Italia).
Le varie classi di “procrastinatori” sono tutte intorno alla media.
Tra gli “inconsapevoli”, lo sono di più vedovi (19%) e inoccupati (13%).
Quali caratteristiche dovrebbero avere i prodotti assicurativi per soddisfare i bisogni dei consumatori europei che vogliono costruirsi una pensione integrativa?
Per i cittadini europei la sicurezza del capitale investito viene nettamente al 1° posto (60%), come evidenziato di seguito:
- Sicurezza (60%)
- Flessibilità dei pagamenti (33%)
- Eredità (32%)
- Liquidità (32%)
- Costi (28%)
- Semplicità (26%)
- Sgravi fiscali (20%)
- Rendimento (14%)
- Sostenibilità ecologica (12%)
- Portabilità (10%)
Posti di fronte alla scelta tra rendimento basso ma garantito o potenzialmente maggiore ma volatile, gli interpellati preferiscono nettamente la prima opzione (73 %in Europa, 77% in Italia).
In Italia in particolare ben il 76,8% degli interpellati si è dichiarato a favore di una garanzia sul capitale con un ritorno finanziario medio annuo tra lo 0% e l’1,75%
La liquidazione di quanto accumulato: agli italiani non piace la rendita
Con riferimento alle modalità di fruizione di quanto accumulato nel corso degli anni, quasi la metà del campione intervistato (46%, il 43% in Italia) preferisce la rendita ai riscatti programmati (30%, il 29% in Italia) e al capitale (24, il 28% in Italia%).
Ma c’è una contraddizione. Infatti, messi di fronte ad una scelta concreta, l’atteggiamento degli interpellati non è del tutto coerente con quanto sopra esposto. Alla domanda “a 65 anni, preferisci un capitale di 50.000 € subito o una pensione integrativa di 2.500 € all’anno per tutta la vita?” in Europa non vi è preferenza (50%/50%), in Italia invece il 52% ha risposto a favore del capitale in un’unica soluzione
Pronti al passaggio al “digital”
Per ricevere informazioni sulle forme di previdenza o per sottoscrivere un contratto con cui costruirsi una pensione integrativa, preferiscono il formato digitale:
- 2 cittadini su 3;
- Il 70% dei giovani (18-35 anni);
- Quasi 3 su 4 con alto livello di istruzione