Costruirsi una pensione integrativa vuol dire costruirsi un capitale che, arrivati all’età pensionabile, ci consenta di avere una rendita che andrà ad integrare la pensione a cui avremo diritto.
Esistono diversi strumenti che permettono di accantonare un capitale con l’obiettivo di costruirsi una pensione integrativa. In questo articolo parleremo di Fondi Pensione, PIP (Piani Individuali Pensionistici) e Polizze Vita.
I Fondi Pensione e i PIP sono regolamentati dalla normativa sulla Previdenza Complementare (Decreto Legislativo 252 del 2005) e costituiscono una forma di risparmio per il quale lo Stato Italiano riconosce agevolazioni fiscali anche nel caso di versamenti fatti per familiari fiscalmente a carico. La loro durata coincide con l’età pensionabile. Prima di aver raggiunto l’età pensionabile si può rientrare in possesso del capitale versato solo a determinate condizioni.
Le Polizze Vita sono strumenti di risparmio per i quali non sono previste agevolazioni fiscali. In compenso la loro durata è decidibile dal sottoscrittore ed è possibile rientrare in possesso del capitale versato anche prima della scadenza.
Per decidere lo strumento più adatto alle nostre esigenze è necessario riflettere sui seguenti punti:
- situazione lavorativa
- anni che mancano al raggiungimento dell’età pensionabile
- rendita integrativa desiderata
- capacità di risparmio
- eventuale necessità di dover rientrare in possesso del capitale versato
E’ utile valutare anche:
- agevolazioni fiscali
- costi delle varie forme di accantonamento
- rendimenti previsti
- tassazioni previste per rendimenti ed eventuali rendite
Case History – Quale pensione integrativa consigliamo a Paolo, 35 anni disoccupato
Analizziamo il caso di Paolo, un uomo di 35 anni senza un’occupazione stabile, ancora fiscalmente a carico dei genitori.
I genitori di Paolo desiderano iniziare un accantonamento di capitale che in futuro permetta a Paolo di avere una pensione integrativa.
I requisiti desiderati dai genitori di Paolo per il piano di accantonamento sono:
- flessibilità nei versamenti
- possibilità di interrompere/sospendere i versamenti
- durata non dipendente dall’età pensionabile
- possibilità di recuperare il capitale prima dell’età pensionabile, anche per motivazioni diverse da quelle previste dalla normativa
- eventuali agevolazioni fiscali
Per soddisfare i requisiti di sospensione/interruzione dei versamenti, possibilità di recupero anticipato del capitale maturato, durata non dipendente dall’età pensionabile abbiamo suggerito ai genitori di Paolo una Polizza Vita a Premio Ricorrente.
Il prodotto scelto permette di recuperare il capitale maturato, senza penalizzazioni, già dal 5° anno. Inoltre, a differenza di altri prodotti vita, non ha l’obbligo di versamento del premio per almeno tre anni prima di avere diritto al riscatto del capitale maturato. Infine, una eventuale interruzione dei versamenti prima del 5° anno non dà luogo a penalizzazioni che riducono sensibilmente il capitale maturato.
Per soddisfare i requisiti di flessibilità nei versamenti ed agevolazioni fiscali abbiamo suggerito di affiancare alla Polizza Vita un PIP in cui versare subito una somma importante per godere di un importante risparmio fiscale.
In questo modo abbiamo permesso ai genitori di Paolo di creare un piccolo capitale di cui il figlio può disporre, senza sottostare ai vincoli della normativa sulla Previdenza Complementare.
Contemporaneamente abbiamo aperto a Paolo una posizione di previdenza complementare, in cui ogni anno i genitori possono decidere di versare un premio, aggiuntivo rispetto a quello versato con la Polizza Vita, per avvalersi delle agevolazioni fiscali.
Col tempo Paolo potrà decidere di conferire al PIP un eventuale TFR. Inoltre quando Paolo arriverà all’età pensionabile, la sua posizione di Previdenza Complementare avrà un’anzianità nettamente superiore ai 15 anni e quindi potrà avvalersi di ulteriori agevolazioni fiscali che riguarderanno la tassazione della sua pensione integrativa.
Buongiorno,
Sono abbastanza d’accordo sulla soluzione proposta a Paolo e i suoi genitori.
Tuttavia, mi chiedo:
– perché un PIP e non un Fondo Pensione Aperto?
– inoltre, a quanto corrisponde il versamento “importante”? La soglia di deducibilita’ è di € 5.164,57 annui, non credo si riferisca a questo importo. L’eventuale importo eccedente potrebbe essere investito in una polizza a premio unico che consenta il riscatto già dopo il primo anno con basse penalità di uscita.
Cordiali saluti
Buonasera Enrico,
intanto grazie per per le sue domande. La scelta di proporre un PIP anziché un Fondo Pensione Aperto è nata dall’esigenza dei genitori di Paolo di garantire al figlio il consolidamento annuo dei risultati finanziari. Quanto al versamento importante, sì mi riferisco esattamente all’importo massimo deducibile. Era questa la somma di cui disponevano i genitori di Paolo in quel momento ed è questa la somma che hanno continuato a versare anche successivamente, continuando a beneficiare, anche negli anni successivi, della deducibilità massima.
Cordiali saluti e non esisti a scrivermi di nuovo per ulteriori chiarimenti.